Lettera del Cluster ai Prefetti della regione “L’Arredo Fvg deve ripartire: è un settore strategico per l’export nazionale”

Il valore dell’export legno arredo FVG è pari a 1,7 miliardi di euro annui (terzo posto nazionale).

Il presidente del Cluster Arredo, Franco di Fonzo: “La filiera deve riaprire tutta insieme, e non a tranche. La liquidità delle imprese sta finendo, così non sopravviveremo”.

L’Arredo del Friuli Venezia Giulia va assolutamente riconosciuto tra i comparti di rilevanza strategica nazionale per l’export.

E’ la richiesta che il Cluster ha rivolto ai Prefetti in regione, segnalando i quotidiani i casi di annullamento degli ordini internazionali e, di conseguenza, delle perdite di importanti fette di mercato. “Inevitabilmente, gli ordini vengono soddisfatti da altri produttori globali – denuncia il presidente del Cluster Franco di Fonzo-. Il perdurare della chiusura del settore arredo sta portando i clienti internazionali a spostare le proprie scelte di acquisto su altri produttori di mobili concorrenti del made in Italy che non hanno subito un lockdown di tale durata e proporzione. Così si compromette seriamente il futuro delle nostre imprese. La clientela estera ci abbandonerà, la liquidità sta finendo. La filiera deve ripartire tutta insieme, non a tranche: se il settore non si riprende sarà il disastro”.

“E’ un sistema regionale che va concepito come un’unica realtà – ribadisce il direttore Carlo Piemonte – come una grande impresa, in cui le strade sono i corridoi e le aziende sono i reparti. L’interconnessione è fondamentale in un settore così strategico per l’export nazionale, non solo regionale. Ricordiamo che con un valore dell’export pari a 1,7 miliardi di euro annui il Legno Arredo FVG si piazza al terzo posto in Italia. Un dato in continua crescita negli ultimi cinque anni, che contribuisce allo sviluppo del made in Italy nel mondo grazie a un sistema integrato”.

La lettera inviata ai Prefetti è frutto del dialogo del Cluster con il sistema regionale, in particolare Confindustria Friuli Venezia Giulia.

“Con il perdurare della chiusura del settore arredo – prosegue di Fonzo – si sta causando un enorme danno per l’economia regionale e nazionale a causa della perdita di quote di mercato internazionale. Un comparto da sempre vocato all’esportazione, il nostro, che colloca i propri prodotti in mercati complessi come quello tedesco, inglese, francese e americano grazie a una costante opera di innovazione e internazionalizzazione. Mercato che ora sta rivolgendosi altrove”. L’Arredo del Fvg rappresenta storicamente un’eccellenza sia in termini quantitativi che in termini qualitativi: “impiega oltre 20mila persone in una rete di duemila imprese sparse sull’intero territorio regionale – informa Piemonte – le quali collaborano e operano in stretta sinergia con le imprese del settore legno, formando così un unico comparto”.

Nel rispetto delle previsioni per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus COVID-19 negli ambienti di lavoro, le imprese regionali del settore arredo (Ateco 31 e filiere collegate) che presentano istanza di comunicazione di ripresa dell’attività produttiva chiedono di essere considerate positivamente, poiché inserite in un settore orientato prevalentemente all’esportazione 

I dati del Legno Arredo FVG

Il sistema Legno Arredo FVG produce un fatturato di settore pari a 3,4 miliardi di euro annui, ossia il 14% dell’intero fatturato manifatturiero regionale. Un dato impressionante, se si considera che in Veneto il medesimo dato è pari al 6%, mentre in Lombardia rappresenta un valore del 4%, con una media italiana che raggiunge appena il 5%. Anche in termini di numerosità degli addetti il settore del Legno Arredo regionale ha il primato nazionale per incisività sulla manifattura con ben il 18% degli addetti. Tale dato, se paragonato al 9% del Veneto o al 6% della Lombardia per il medesimo settore, evidenzia quanto il Legno Arredo sia fondamentale, se non vitale, per il Friuli Venezia Giulia. Valori sono resi possibili grazie a una componente fondamentale che vale oltre il 50% dell’intero valore della produzione: l’export.

Lettera inviata ai prefetti



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